L'indice di massa corporea (IMC) è un parametro ampiamente utilizzato per ottenere una valutazione generale della massa corporea. L'IMC mette in relazione il peso del paziente con la propria altezza. Il risultato di questo calcolo pone il soggetto in un'area di peso che può essere classificato come: sottopeso - normopeso - sovrappeso - obesità di medio grado - obesità di alto grado.
L'IMC è un indice molto versatile ma altrettanto approssimativo. Non fornisce informazioni sulla composizione del corpo in termini di massa grassa e muscolare, né sulla localizzazione del grasso! Ad esempio, qualcuno potrebbe avere un IMC molto alto perché si allena tutti i giorni e ha sviluppato tanta massa muscolare. Al contrario, un altro individuo potrebbe avere un peso normale secondo l'IMC ma presentare una percentuale di grasso corporeo troppo elevata.
Tutto questo rende l'IMC un parametro che va sempre interpretato alla luce di altre misure antropometriche, come le circonferenze corporee e le pliche cutanee.
La plicometria è una metodica semplice, attendibile ed economica per la valutazione della composizione corporea.
Una plica è definita come lo spessore di una piega della cute e del tessuto adiposo sottocutaneo sollevata in posizioni standardizzate. La somma delle pliche può essere utilizzata per la stima del grasso corporeo totale.
Come la misurazione delle circonferenze corporee, è una metodica diagnostica semplice e veloce, ma non per questo poco potente!
La misurazione delle pliche cutanee fornisce un quadro preciso della distribuzione del grasso corporeo e risulta una metodica estremamente valida per seguire nel tempo le variazioni del rapporto tra massa grassa e massa magra.
Le circonferenze corporee sono i dati antropometrici che esprimono le dimensioni trasversali dei diversi segmenti del corpo. Il loro valore permette di valutare in modo molto veloce distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo, stato di nutrizione e costituzione.
La misura delle circonferenze corporee permette di misurare il rapporto WHR, ovvero un indice della distribuzione del grasso, correlato al rischio di patologie cardio-vascolari.
Valori WHR maggiori di 1,0 nell’uomo e 0,85 nella donna segnalano aumento del rischio di complicanze metaboliche per patologie legate all'eccesso di grasso corporeo.
Il valore delle circonferenze corporee può andare incontro a numerose variazioni, ma quella che conta è la variazione della circonferenza rispetto alla plica di grasso locale.
L'analisi dell'impedenza bioelettrica (BIA) è una metodica diagnostica non invasiva utilizzata per valutare la composizione corporea di una persona, cioè la distribuzione di grasso, muscoli e acqua, che si basa sull'invio di un lieve impulso elettrico attraverso il corpo.
Questo impulso viaggia più velocemente nei tessuti che contengono molta acqua (come i muscoli) e più lentamente attraverso i tessuti che contengono meno acqua (come il grasso). Misurando la resistenza del corpo al passaggio di questa piccola corrente elettrica, la BIA è in grado di calcolare la quantità di acqua presente nel corpo e, da quella, ricavare indirettamente la massa magra e quella grassa totale.
Sebbene sia una metodica tecnologicamente molto più avanzata rispetto all'utilizzo del metro da sarta, la BIA è una tecnica valida soltanto se viene eseguita in maniera standardizzata. Infatti esistono moltissime condizioni che possono influenzarne il risultato e per questo motivo è sempre opportuno integrarla con la misura delle circonferenze corporee e con quella delle pliche cutanee, per effettuare nel modo migliore la valutazione dello stato nutrizionale del paziente.